Youtube, ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

5 motivi per cui Facebook non l’ha (ancora) ucciso.

Edoardo Scognamiglio
combocut

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Una delle domande che i clienti mi fanno più spesso quando iniziamo ad impostare una social strategy è questa:

Ma vale la pena investire su Youtube? Anzi, mi chiedono proprio “Maaaa… Youtube?”.

Un po’ come quando la zia a Natale ti chiede del tuo ex, nè più, nè meno. Metafore a parte, la domanda è molto chiara: “Ma non è meglio posizionare la propria video advertising su Facebook? Son tutti su Facebook, no?”.

Insomma, la questione, in fondo, è questa: Youtube è ancora Youtube? Ha ancora quell’appeal che poteva vantare dieci anni fa, prima che Facebook si accorgesse che i video sono vincenti, facendoli diventare lo strumento principe della sua macro strategia social?

La mia risposta è sì. Youtube è ancora Youtube.

Perché? Perché offre ad oggi un ventaglio di possibilità che, per adesso, Facebook si sta solo sognando. Per adesso, ovviamente.

Inutile negare, infatti, che la velocità di reazione di Facebook metterebbe in crisi chiunque e Youtube ha dimostrato, in questi anni, di non avere lo stesso passo del colosso di Mark Zuckerberg, quanto meno in termini di innovazione e interpretazione del mercato.

Facebook, invece, sa prendere spunto, migliorarsi e vincere (e le stories di Instagram sono lì a dimostrarcelo ogni giorno, vero amanti di Snapchat?).

Sì, dai: Facebook sa copiare e fare meglio, diciamocelo chiaro.

Ma, nonostante tutto, nonostante la concorrenza spietata e la maggior duttilità del social blu, sì, mi sento di dire che Youtube, inserito in una buona video strategy, ha i suoi bei vantaggi. Youtube è ancora Youtube, signori!

Ecco 5 motivi.

1. Youtube = Google. Dici poco?

Con oltre 1 miliardo di utenti, Youtube è disponibile in 70 Paesi e in 60 lingue. Voi direte: i Paesi in cui è disponibile Facebook sono di più (119). Vero.
Ma la Rete Display di Google raggiunge il 90% degli utenti internet in tutto il mondo con 2 milioni di siti e applicazioni. Facebook no.

Facebook tenta di portare tutti a casa propria.
Google di bussare a quella degli altri.

Quindi, a prescindere da quale sia il tuo target, è molto probabile che questo sia raggiungibile con Youtube (questione di pura statistica).

2. Per dirla alla Pippo Baudo: il video l’ha inventato Youtube.

Il panorama video di “Youtube” è ancora più forte di Facebook: 11 volte tanto. Perché? Anzitutto, Youtube è una piattaforma dedicata interamente al video.

E questa visione esclusiva non può essere rivendicata da Facebook che deve, giocoforza, dividere le proprie forze, i propri spazi tra tutti gli strumenti di pubblicazione e strategia. Un vantaggio per la piattaforma “in red” e, allo stesso tempo, una specializzazione in meno per il social “in blu”.

Ecco il primo video pubblicato su Youtube: era il 23 aprile 2005.

3. Tu la musica dove la ascolti? Su Facebook? Naaa…

I Millennials, signori. Vi saranno anche andati a noia, forse, questi Millennials. Ma sono coloro che, nel presente e nel futuro, guarderanno una pubblicità e decideranno se spendere o meno.

E i Millennials hanno molte più probabilità di vedere un video su Youtube rispetto a vederlo su Facebook.

Basti pensare alla musica e alla sua fruizione attraverso la piattaforma di Youtube (chi ascolta la musica su Facebook? Nessuno).

Per i marchi B2C, questo aspetto del target è fondamentale per impostare una video strategy basata (anche) su Youtube.

4. La videoteca più grande del mondo

L’84% degli americani preferisce guardare video su Youtube piuttosto che su Facebook. Voi direte: ma noi siamo in Italia. Vero.

Ma il dato d’Oltreoceano va sempre preso in considerazione come precursore, o anche specchio, di uno sviluppo europeo. E l’archivio di Youtube è diversificato, vanta una videoteca unica al mondo, basata su argomenti specifici.

Questo consente ai marchi, soprattutto ai marchi B2B, di impostare il target con una precisione pazzesca.

L’azione di targeting che si può impostare su Youtube non è ancora fattibile su Facebook.

5. Paghi solo per le visualizzazioni vere.

“YouTube TrueView”. Ne hai mai sentito parlare? Forse no. Ma è un concetto che conosci senz’altro benissimo.

YouTube ti garantisce una cosa: paghi il tuo annuncio solo quando qualcuno lo guarda per almeno 30 secondi (o tutto se il video dura meno).

Non quando qualcuno “lo vede passare”, come accade invece su Facebook.

Tre dei formati TrueView più comuni.

Statisticamente, Facebook è molto interessante per via di quella timeline sulla quale si possono raggiungere diversi target, posizionando un annuncio in mezzo a contenuti spontanei. Ma la metrica di Youtube è senz’altro più trasparente rispetto alle altre (Facebook inclusa).

Quindi?

La conclusione è che i detrattori di Youtube, coloro che si rallegrano quando un progetto naufraga dovranno aspettare per fare il funerale al social “in red”. Certo, Youtube, una sveglia dattela, perché Mark ha margini di rincorsa impressionanti. :)

Passatemi il paragone calcistico: è un po’ come se Youtube avesse un grande margine di vantaggio in classifica. Ma, da un certo punto in poi, Facebook inanella vittorie e Youtube pareggi.

Il gap può anche essere ampio. Ma a furia di pareggi, non si vince il campionato. E qui c’è in gioco non tanto uno scudetto ma la sopravvivenza del sistema Youtube.

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